Storia del jazz

Voce principale: Jazz.
Dizzy Gillespie

La storia del jazz, al pari della storia di molti altri generi musicali popolari, e soprattutto di quelli che affondano le radici nella tradizione degli schiavi afroamericani (primo fra tutti, lo spiritual), è quanto mai povera di documenti e di riferimenti, per quanto attiene alle origini e ai primordi, vista la mancanza di fonti scritte.
Le prime fonti orali sulla nascita del jazz a New Orleans risalgono ai primi anni del XX secolo, mentre quelle scritte si attestano al decennio successivo. Anche se, i generi musicali preesistenti, che ne determinarono la nascita, sono svariati e difficilmente classificabili con precisione, per cui, convenzionalmente si fa risalire la nascita del jazz ai canti di lavoro degli africani schiavizzati e deportati negli Stati Uniti.

In genere, il jazz si sviluppò a livello pubblico e dunque documentato, in modo esponenziale tra il 1915 e il 1940, diventando la musica da ballo dominante negli anni venti e anni trenta, proprio in cui i brani delle big band si trovavano regolarmente ai primi posti delle classifiche nazionli, fino alla fine degli anni quaranta, iniziando ad influenzare anche il palcoscenico mondiale, sempre comunque attento al fenomeno, fin dai primi vagiti. Dopo questo periodo, naque il rock & roll, così il jazz scomparve abbastanza velocemente e si caratterizzò in maniera parallela come una musica d'arte e di nicchia, tipicamente afroamericana, ma prodotta ed apprezzata molto anche dalle popolazioni del vecchio mondo. Il pubblico statunitense del jazz si assottigliò, mentre la musica destava un crescente interesse in Europa e nel resto del mondo. Questa tendenza all'arte e alla nicchia di genere, iniziata dopo il movimento bebop nel 1945, raggiunse l'apice negli anni sessanta con il movimento free jazz, che mirava all'emancipazione totale del musicista, ma che diede anche una svolta cruciale al genere, da spezzarlo in due filoni distini, pre e post bellica.

Seguì un periodo di involuzione e di marginalizzazione che terminò negli anni ottanta, durante i quali una generazione di giovani musicisti infuse nuova vita, perseguendo diverse tendenze anche in assenza di uno stile dominante: nacquero così diverse scuole di jazz europeo, uno stile mainstream, che faceva riferimento al periodo degli anni cinquanta, e diverse contaminazioni che proseguivano l'esperienza fusion arrivando ad uno stile che viene detto acid jazz o che guardavano con interesse a tradizioni musicali etniche in direzione della world music.
Anche l'industria discografica tornò ad interessarsi delle sonorità del jazz - se non della sua estetica - promuovendo vari artisti specialisti di smooth jazz, un tipo di jazz estremamente alleggerito.

La musica jazz rappresenta oggi circa il 3% della produzione musicale nordamericana, ma ha seguaci in tutto il mondo.


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